LA GRAN BRETAGNA DICE “NO” A GUCCI
In un mondo sempre più attento ai media, alla società, alla moda, non può sfuggire una notizia che in questi giorni ha fatto grande scalpore ma anche regalato soddisfazioni a chi per protesta dice “NO” alle rigide regole del fashion system. La notizia è che la Gran Bretagna nel protestare contro l’eccessiva magrezza della modella presente sui cartelloni pubblicitari della nuova collezione moda “Gucci” (Cruise 2016), ha puntato il dito e chiesto di ritirare a quest’ultima la campagna pubblicitaria, a causa di una modella ritenuta troppo magra e scarna, pessimo esempio e messaggio negativo per le più giovani e meno giovani. La Gran Bretagna si è rivolta direttamente all’Adversiting Standards Authority, ente regolatore inglese che si occupa della pubblicità sui media.
Già nel 2015 erano partite le prime segnalazioni, nella campagna moda è immortalata la modella statunitense Avery Blanchard in mezzo ad altre protagoniste dello scatto, la modella appare con una silhouette troppo sottile e scarna. Inutile dire che le proteste sono piovute e valanga, tanto che dopo un’attenta revisione da parte dell’ente britannico, ha decretato che foto e spot fossero ritirate: “Riteniamo che torso e braccia siano troppo sottili e sproporzionate rispetto alla testa e alla parte bassa del corpo”, hanno fatto sapere dall’Asa, aggiungendo che “anche l’espressione facciale cupa e il trucco scuro contribuiscono a far sembrare il viso ancora più scarno” e bollando la pubblicità come “irresponsabile”. Ma Gucci non ha ceduto, replicando che la modella in realtà fosse magra e tonica: “Da nessuna parte nella pubblicità vengono mostrate le ossa delle modelle, il make-up è naturale più che pesante, e gli abiti non sono rivelatori”.
L’Asa non si è fatta convincere, ritirando così gli scatti incriminati. Non credo che le modelle delle ultime campagne moda siano di buon esempio, basta guardare le ultime fashion week, o gli scatti su giornali o cartelloni, e in un mondo che cerca di combattere gravi disturbi alimentari cui spesso le giovani donne sono vittime, questi cattivi esempi di moda non fanno altro che nuocere all’intera umanità. Pensare che proprio dalla moda tante volte siano partiti gridi d’allarme e campagne di solidarietà, è un’incoerenza bella e buona, un’ipocrisia cui bisogna porre fine.
E il buon esempio dobbiamo essere noi care DONNE, bisogna valorizzarsi e amarsi sempre senza riserva, senza prestare attenzione a quelle immagini spesso ritoccate e che non mostrano la realtà di modelle che (ve lo dico per esperienza) come tutti gli esseri umani hanno dei difetti! Amatevi sempre! Lauralba